O meglio... Quanto vale la Terra? Immaginiamo che la Terra venga venduta a un manipolo di immobiliaristi fratelli di ET, su cosa si baserebbero per decidere qual'è il prezzo della Terra? Ogni buon impiegato di Tecnocasa sa che ci sono criteri sui quali basarsi per stabilire il prezzo di un immobile, ora, anche se la Terra non è immobile (come qualcuno ci voleva fa credere), ci pensano Costanza e altri studiosi a rispondere a questa domanda.
Costanza e gli altri hanno studiato vari ecosistemi e biomi, poi hanno moltiplicato il valore che veniva fuori per questo per tutta la loro estensione e li hanno sommati insieme. Da questo è venuto fuori che la Terra “smuove” una produzione di ben 16-56 trilioni di US$ (10 alla dodicesima!) l'anno, con una media di 33 trilioni US$ annui. Tutto a fronte di un prodotto interno lordo mondiale di circa 18 trilioni di US$ annui.
Si sono basati sui “servizi” che i vari ecosistemi terrestri svolgono per la Terra e che l'uomo sfrutta inserendo nella propria economia. Questi servizi hanno varie tipologie e vi vengono inserite anche le materie prime prodotte, anche queste intese come un servizio all'umanità. Alcuni esempi, particolarmente interessanti ai giorni d'oggi posso essere: la capacità di accumulare rifiuti; la capacità di assorbire CO2; la difesa da eventi devastanti... Ce ne sono tante categorie, 17 addirittura, molte delle quali sono servizi che autoalimentano il sistema. Una particolarità di questo studio è che pondera solo le risorse rinnovabili, quelle non rinnovabili non vengono nemmeno prese in considerazione. Allora anche le risorse rinnovabili sono poco rinnovabili? Sì, se stressiamo troppo un ecosistema ecco che questo non si rinnoverà.
Costanza si chiede anche quale sia il servizio che è più importante, e quale di questi se viene a mancare è più deleterio. Viene fuori che è di gran lunga il più importante, con un ordine di grandezza sopra gli altri, la “formazione del suolo”. E questo è vero, perchè senza suolo non ci sarà nessun ecosistema e senza nessun ecosistema nessun altro servizio reso all'uomo. Quindi la notizia più brutta che possiamo sentire al telegiornale dovrebbe essere la degradazione del suolo ad opera di attività umane...
Meditate gente meditate...
The value of the world’s ecosystem services and natural capital
Robert Costanza, Ralph d’Arge, Rudolf de Groot, Stephen Farberk, Monica Grasso, Bruce Hannon, Karin Limburg, Shahid Naeem, Robert V. O’Neill, Jose Paruelo, Robert G. Raskin, Paul Sutton & Marjan van den Belt
1 commento:
Grazie grazie grazie!! Avevo perso l'articolo ç_ç
Comunque all'inizio avevo pensato che questa cosa di Costanza fosse una grandissima stronzata, inutile e anche un po', come dire, offensiva. Non è affatto così: solo chi ama la natura può pensare che essa ha un valore in sè, senza bisogno di un motivo "pratico" per proteggerla, in qualunque sua forma, ma quando si tirano in ballo decisioni importanti che coinvolgono l'economia e la politica mondiale, beh... se non si parla di bigliettoni verdi si risolve gran poco. Grande Costanza & co. per lo studio e grande Agron per avercelo fatto conoscere.
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