martedì 22 aprile 2008

Jeffery Deaver secondo me

Lo ammetto, questo post è iniziato subito con un fallimento che ha mandato a farsi benedire l'idea iniziale con cui mi ero messa a scrivere. La mia intenzione, infatti, era quella di scegliere uno fra i tanti libri di Jeffery Deaver, farne un breve riassunto e scrivere le mie impressioni, niente di più banale e scontato, mi sono detta.
Grossa ingenuità la mia!
Scegliere non dico il titolo, ma anche solo il criterio con cui decidere è stata un impresa impossibile. Prendo il primo che ho letto? Bello, niente da dire, ma non mi permette di parlare di Lincoln Rhyme, IL personaggio di Deaver. Opto per il primo che la casa editrice Sonzogno ha pubblicato? Assolutamente no, dal momento che non è l'opera più rappresentativa dell'autore e lo stesso dicasi per l'ultimo. Ok, scelgo il mio preferito e festa finita.
Seconda grossa ingenuità.
Individuare il mio preferito fra diversi dei suoi romanzi è come rispondere alla fatidica domanda: vuoi più bene al papà o alla mamma?
Dopo un bel po' che rimuginavo su questa cosa ho deciso di abbandonare il proposito di fare una "recensione" su un'opera e concentrarmi invece sull'autore. Quindi in questo post non troverete riassunti o commenti vari, ma solo dieci motivi per leggere Jeffery Deaver.

  1. I suoi libri sono Thriller, non Gialli né Polizieschi, ma Thriller nel più autentico significato del termine.

  2. La sua scrittura è piacevole, ma soprattutto essenziale. Le pagine, in media quattrocento a libro, sono riempite da fatti e da eventi. Non si trovano, quindi, descrizioni senza fine dei pizzi che decorano le tende nella stanza del delitto, né voli interminabili dietro la psicologia del panettiere che ha venduto lo sfilatino alla vittima, ma "solo" una trama che costringe all'apnea per tutta la sua durata.

  3. Le trame non solo sono mozzafiato, ma sono anche attinenti alla realtà, essendo sviluppate dall'autore dopo un attenta ricerca e una dettagliata documentazione tramite libri, riviste di settore e interviste ad esperti dell'argomento trattato.

  4. In ogni opera, pur seguendo lo schema classico del Thriller, affronta un argomento specifico e ben approfondito, il quale spesso esula dalle competenze richieste durante un'investigazione, ma ovviamente rende la storia più accattivante. Per fare degli esempi: in Profondo Blu tutto ruota attorno all'informatica; ne L'uomo scomparso entriamo nel misterioso mondo dell'illusionismo; ne La luna fredda affrontiamo l'affascinante tema della cinesica; ne Il giardino delle belve Deaver apre una finestra nella Germania nazista, mentre ne La lacrima del diavolo facciamo conoscenza con un esperto calligrafo. Senza ovviamente dimenticare il regno di Lincoln Rhyme fatto di prove fisiche, analisi del DNA, gascromatografi, microscopi a scansione elettronica, ecc. reso forse più famoso da Anthony E. Zuiker, il furbone che ha ideato successivamente CSI.

  5. In storie realistiche Deaver non può fare altro che piazzare personaggi reali. Soprattutto nelle opere più "mature", quelle a partire dalla fine degli anni '90, non troverete giornalisti, avvocati, postini o scolari che si improvvisano Rambo, ma solo specialisti che sanno fare molto bene il proprio lavoro e che assieme a tutti i loro pregi non si vergognano di mostrare i loro indispensabili difetti.

  6. Le storie sono un susseguirsi di colpi di scena davvero poco prevedibili e soprattutto ben strutturati dal momento che non piovono dal cielo senza la minima ragione di esistere. Per farmi capire, il suo colpo di scena non è, per esempio, la morte inaspettata di qualcuno. Deaver è capace di renderti certa la morte di un personaggio e alla fine del capitolo farne invece morire un altro e tutto ciò in modo perfettamente giustificabile a posteriori.

  7. Per il 6, fino alla fine non si sa mai chi è il vero colpevole. Chi lo indovina lo fa appunto perché ha tirato a caso e personalmente non conosco nessuno che mi abbia dato delle motivazioni plausibili alle sue supposizioni.

  8. Ha creato nel 1997 Lincoln Rhyme, il tetraplegico più cinico, pretenzioso, scorbutico, dispotico e intelligente della storia della letteratura. Anche qui, se sostituite ad una lesione alla quarta vertebra cervicale una gamba zoppa e alla criminologia la medicina, non vi viene in mente nessuno?

  9. Nonostante alcuni suoi romanzi facciano parte di un ciclo (tradotti in italiano sono quelli di John Pellam, di Lincoln Rhyme, e di Kathryn Dance), sono tutti "autostrutturati" e si possono leggere singolarmente senza il minimo problema. Chi però li ha letti tutti si rende conto che l'autore si è creato degli Stati Uniti tutti suoi, dove i suoi personaggi convivono, si spostano e, non di rado, si aiutano con rapide consultazioni o con vere e proprie collaborazioni, proprio come accade fra esperti nel mondo reale.

  10. Deaver è consapevole che la sua è una letteratura di intrattenimento e per questo cerca sempre di creare opere piacevoli, leggere e, soprattutto, che non fanno rimpiangere il tempo (e il denaro) speso per leggerle.
Se queste per voi non sono dieci ottime ragioni per scoprire un nuovo autore ed entrare fra le schiere dei suoi appassionati, non mi resta che minacciarvi di rendervi uno dei suoi prossimi personaggi... La vittima, si intende.

1 commento:

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